Ezio Pinza

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A 18 anni, dopo essere stato sul punto di intraprendere la carriera di corridore ciclista professionista, iniziò lo studiò al Conservatorio Giovanni Battista Martini di Bologna e nel 1914, a 22 anni, debuttò a Soncino come Oroveso in Norma. Con lo scoppio della prima guerra mondiale lasciò le scene e si arruolò nell’esercito come ufficiale di artiglieria, arrivando al grado di capitano.

Il 23 gennaio 1922 fu iniziato in massoneria nella Loggia Carducci di Bologna, appartenente al Grande Oriente d’Italia[1].

Debuttò alla Scala di Milano nella stagione 1922 e nel novembre 1926, con La Vestale, esordì al Metropolitan di New York, dove cantò per 22 stagioni consecutive in 879 rappresentazioni, diverse delle quali considerate storiche: una per tutte il Don Giovanni del 1942 diretto da Bruno Walter. Fu chiamato diverse volte da Toscanini per eseguire la Nona sinfonia di Beethoven e la Messa di requiem di Verdi.

Nel marzo del 1942, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, fu internato a Ellis Island, nella baia di New York, insieme a molti altri italiani, perché sospettato dall’FBI di essere una spia di Mussolini, per il semplice fatto di aver mostrato pubblicamente entusiasmo per la guerra in Etiopia, di sostenere la Croce Rossa Italiana e aver partecipato alla raccolta delle fedi d’oro per sostenere lo sforzo bellico italiano. Grazie alla sua popolarità e all’aiuto di personalità di spicco, come Thomas Mann, l’antifascista Carlo Tresca, Fiorello La Guardia e altri, fu rilasciato dopo tre mesi. Questo fatto lo segnò molto e quando fu rilasciato mantenne il segreto sul suo internamento, provando più vergogna che rabbia, tanto che la moglie giustificava quel periodo con una crisi di depressione.

Nel 1947 debuttò nel cinema in Sinfonie eterne di Edgar G. Ulmer, accanto a stelle come Arthur Rubinstein, Jascha Heifetz e Leopold Stokowski. Nel 1951 fu protagonista della commedia Matrimonio all’alba (Strictly Dishonorable) di Melvin Frank; nel 1953 recitò in Parata di splendore (Tonight We Sing), regia di Mitchell Leisen, dove interpretava il personaggio di Feodor Chaliapin.

Nel 1949, a 56 anni, abbandonò il Metropolitan per dedicarsi al musical. Debuttò a Broadway, al Majestic Theatre, in South Pacific di Rodgers e Hammerstein; il musical, replicato 1.295 volte, gli valse il Critic’s Award e il Tony Award al miglior attore protagonista in un musical 1950.

Nel repertorio di ben 95 ruoli vi sono numerose prime esecuzioni assolute, come La campana sommersa di Ottorino Respighi, Fra Gherardo di Ildebrando Pizzetti, Madonna Imperia di Franco Alfano. Altri titoli meno usuali furono diversi wagneriani, come Tannhäuser, I maestri cantori di Norimberga, Lohengrin, Tristano e Isotta, Parsifal, e rossiniani, come Il signor Bruschino, L’Italiana in Algeri, La Cenerentola. Nel 1939 fu il primo cantante italiano a incidere su disco il Boris Godunov.

Era un perfezionista e curava i suoi personaggi in tutto: trucco, costumi, recitazione, e questo, oltre ovviamente all’aspetto vocale, rende ragione in particolare del successo in Don Giovanni, ruolo che interpretò più di 200 volte, stabilendo un record per i tempi.

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