OSTUNI

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IN LODE DI OSTUNI

Joe Fallisi

Circa un mese fa scendevo per una stradina ripida che porta dall’alto, dalla Posta, direttamente alla piazza del Municipio. Ho avuto una specie di visione. Mi è apparsa come una cupola dorata e trasparente che conteneva al suo interno tutta la cittadinanza di Ostuni.

All’esterno della cupola scorrevano, scivolavano le cose mediocri e cattive… le invidie, i rancori, le calunnie, i tradimenti, le ipocrisie… ma è come se non avessero in realtà nessuna importanza… scivolavano via, appunto, si perdevano, evaporavano… perché dentro ci stava qualcosa di caldo e meraviglioso e inattaccabile: una comunità umana legata indissolubilmente alle sue radici, agli affetti veri, alla famiglia… padri, madri, figli, nipoti, nonni… carne della carne, sangue del sangue… uno per tutti, tutti per uno… la religione antica ma sempre vivente dei lari unita al meglio della pietas  cristiana… l’abbraccio, la solidarietà, l’aiuto reciproco, la gentilezza autentica e al momento utile, senza smancerie… tutti uniti dal primo vagito fino ai capelli bianchi, fino all’addio, all’arrivederci in un mondo sconosciuto ma forse migliore… e questo valeva per ogni nucleo famigliare, senza distinzioni di classe, di ceto… così per Domenico Tanzarella, come per Gianfranco Coppola, come per l’ultimo contadino, per qualunque ostunese… al di là di ogni eventuale debolezza o difetto degli individui.

Vedevo questi destini collettivi dall’esterno, ero un vero straniero. Tutto ciò che era sempre mancato a me, che avevo vanamente cercato di surrogare proiettandomi verso cause lontane, sempre più lontano dal centro del mio stesso essere…

Ostuni, 13 marzo 2015

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